Incoraggiata da un'idea delle ideatrici di blogstorming, eccomi qui a riprendere un filo spezzato 3 anni fa. Dovrei scrivere un post sul parto. Non posso però parlare del mio parto senza raccontare la mia gravidanza...se così si può chiamare! Sarò un pò prolissa ma sento che questo preambolo è essenziale per capire cosa ho provato, cosa mi è mancato. Mi scuso anche per la forma cronologica ma in altro modo il post sarebbe stato lungo otto pagine!!!
Ho desiderato un figlio per anni, tanti anni. Ricordo che da adolescente dicevo a mia madre che appena maggiorenne avrei trovato qualcuno che mi avrebbe aiutata a realizzare il mio sogno...ho atteso 15 anni! 15 anni per vivere una non-gravidanza e allo stesso tempo il periodo più bello della mia vita.
A giugno 2007, dopo aver letto un bel libro sull'argomento, decido di praticare l'immaginazione creativa. Immagino di avere due gemelli e di accudirli amorevolmente. Per me era solo un gioco, tant'è che non era il momento di avere figli (e quando lo è oggigiorno?) e i miei rapporti erano categoricamente protetti (pensavo!). Nel frattempo mi sottopogo ad un controllo della tiroide e si decide per l'asportazione totale della stessa. Data prevista per l'intervento 11 luglio.
Un pò per gioco (riferito all'immaginazione creativa), un pò per scrupolo chiedo di fare il test di gravidanza. Ripetuto 2 volte, da esito negativo. Intervento nella norma, post operatorio con delle forti fitte alla pancia. Arriva la fine del mese e salta il ciclo. "Càpita dopo un'intervento in anestesia generale" dice il medico.... Arriva metà agosto ed arriva il ciclo....un ciclo che sembra non finire mai... "Normale dopo un'intervento" dice il medico... Inizio a non trattenere le urine la notte e il seno mi fa male "Normale, è un problema psico-somatico perchè non accetti l'intervento subito" dice il medico di base nonchè ginecologa. Arriva fine agosto ed ho ancora perdite e la lancetta della bilancia inizia a salire. "Normale dopo l'asportazione della tiroide, bisogna trovare il giusto dosaggio della pasticca" dice il medico. Passo un'estate colma di malesseri. Arriva metà settembre insieme ad un ciclo-emorragia, i medici non si spiegano e i kg aumentano. A fine settembre mi prescrivono il progesterone perchè continuo ad avere perdite. I primi di ottobre esaurisco la pazienza e chiedo un'ecografia d'urgenza perchè voglio capire che cosa sta succedendo.
12 OTTOBRE 2007 il medico toglie delicatamente la sonda utilizzata per eseguire l'ecografia interna e passando a quella esterna mi dice 'Signora lei non ha nessun problema, è solo incinta di 4 mesi!' Io gli sussurro qualcosa che assomiglia a 'Lei è pazzo, non è possibile, ho il ciclo da 3 mesi!' e lui 'Signora stia tranquilla, non era ciclo ma tutte minacce d'aborto...' Gira il monitor verso di me, alza il volume e sento il Suo cuore. Quello non era il suono del mio cuore eppure proveniva da dentro me. 'Non è possibile' dico mentre un misto di sentimenti prendevano il sopravvento. L'infermiera si commuove, il medico si complimenta ed io scoppio di gioia! Piango, rido, penso, sogno, mi sento VIVA! Faano tutto ciò che devono e ricordo di aver ringraziato, di essere uscita dalla stanza e di aver fatto su e giù nel corridoio per almeno 10 minuti con il desiderio di urlare al mondo la mia gioia! Da quel momento inizia il periodo più bello e vivo della mia vita. Sono dispiaciuta per aver 'perso' 4 mesi ma non ne faccio un dramma. Non faccio un dramma neppure del fatto che appena saputo, ho perso il lavoro. Ero su un'altro pianeta, ero STRAFELICE! Mi dicono che è una gravidanza a rischio, che devo stare tranquilla e fare i controlli. Faccio tutto, sono diligentissima. Inizio a parlare col mio cucciolo/a. Decidiamo di non conoscere il sesso. Faccio solo controlli non invasivi e preparo il piano del parto. Lo preparo in ogni minimo particolare. Ospedale, parto naturale, no epidurale, no induttori del parto, travaglio in acqua, no lavaggio del bambino, ecc ecc. Il giorno 8 GENNAIO 2008 mi dicono che la gravidanza non è più a rischio e la data presunta del parto è 29 marzo.
Il 29 GENNAIO, esattamente dopo 21 giorni ho l'ennesima emorragia. Oramai abituata vado con calma in ospedale. Da un primo controllo sembra tutto nella norma ma mio marito insiste affinchè io rimanga sotto controllo. Dopo un paio d'ore ennesima ecografia. Qualcosa non va, non capiscono bene cosa. Un'emorragia dietro la placenta. Per scrupolo racconto che mia sorella aveva perso il bambino alla 31^ settimana. Io ero a 31+4. Decidono di trasferirmi in un'ospedale più attrezzato. 'Perchè?' dico io 'Va tutto bene'. Mi fanno un'iniezione 'Per i polmoni del bambino/a' dicono 'Sai mai dovesse nascere..' 'Va bè' rispondo 'l'importante è che non faccia male al bambino'. (che ingenua!). Neppure la dottoressa sa bene cosa stia succedendo perchè dice a mio marito di star tranquillo e di fare con calma. Faccio il tragitto in ambulanza. Correva, quest'ambulanza correva.. 'Vai piano' pensavo 'Vai piano che il mio bambino si fa male. Tranquillo piccolo mio, tranquillo che mamma è con te.' Intanto qualcosa dentro di me muta, la paura fa capolino e le lacrime iniziano a fluire sul mio volto. Sussuravo al mio cucciolo le canzoncine che gli cantavo sempre e mi autoconvincevo che andava tutto bene. 'Solo per sicurezza' aveva detto la Dott! 'Non aver paura, c'è la tua mamma con te, va tutto bene, va tutto tremendamente bene'. Arrivati dinanzi all'ospedale controllano il battito del cucciolo 'Certo che si sente' penso 'Perchè non si dovrebbe sentire?' Arrivo in reparto ed inizia il calvario. Guardano tra le carte alla ricerca dei controlli che ho fatto. 'Gli ho fatti tutti' penso 'Io sono una brava mamma, che credete?' Non faccio in tempo a pensarlo che arriva un'infermiera con una lametta. 'No, ferma, che succede? Cosa volete fare? No, per favore. Il mio bambino, non mi togliete il mio bambino. Non voglio. Vi prego, non fatelo, vi prego. Lasciatelo ancora dentro di me, non me lo togliete. Vi prego...' La dottoressa chiama mio marito. Gli dice cosa sta per succedere e me lo passano 'Amore, vogliono farlo nascere. Amore, non voglio' 'Tranquilla' mi dice ' Sto arrivando, andrà tutto bene. Tranquilla amore mio' Mi sembra un'incubo. Mi sento catapultata da un mondo fatato all'inferno più nero. Sento dire tra i medici che non avrebbero dovuto trasferirmi perchè c'era un distacco di placenta e il battito si sentiva poco. Mi trasportano in ascensore, mi fanno firmare fogli che ovviamente neppure leggo e tra un singhiozzo e l'altro chiedo al medico 'Dottore, ma se lo fate nascere, sopravvive?' e lui risponde guardandomi dai piedi del letto 'Stiamo facendo di tutto affinchè questo avvenga'. Il colpo finale!
Arrivo in sala operatoria, tutti corrono, il medico è di fronte a me con il bisturi in mano che mette fretta all'anestesista, la luce sui miei occhi, penso che è solo un'incubo, che non sono io ad essere lì, (non so se vi è mai capitato di provare questa pessima sensazione!) un'iniezione sul braccio... Il buio totale. Lo stesso buio che è rimasto nel mio cuore. Il buio di una mamma che si ritrova ad essere felicemente mamma di un bimbo che le hanno detto essere il suo. Non un bimbo che ha messo alla luce ma che le hanno detto di aver messo alla luce. Il risveglio in camera è stato talmente doloroso nel fisico e nell'anima da non avere le parole per descriverlo se non con le lacrime che continuano a solcarmi il volto. Ho dato per scontato che fosse vivo. E per fortuna lo era. Per un pelo lo eravamo tutti e due, vivi. Io al 4° piano, lui al secondo in un'incubatrice. Addio piano del parto, addio contatto pelle a pelle, addio il primo sguardo, il primo pianto, il primo di tutto...
Mi avevano tolto il mio bambino prima ancora che mi rendessi conto di averlo dentro. Avrei voluto una gravidanza lunga nove mesi. Avrei voluto partorire come ogni donna dovrebbe fare. Sembra assurdo ma nel mio piano del parto avevo chiesto un parto più naturale possibile, con le doglie, i dolori, l'attesa, la sofferenza necessaria per metterlo alla luce. Avrei, avrei avrei...avrei voluto anche provare quella magica sensazione che ti fa dimenticare tutto al primo sguardo. Quella magia che ti porta ad avere altri figli nonostante il dolore. Ho un figlio e non so cosa siano le doglie, ho un figlio e non so cosa significhi partorire, ho un figlio che amo da morire ma mi è mancato qualcosa. Così come sono certa sia mancata a lui! Sapevo che era l'occasione della vita e che difficilmente avrei avuto altri figli. Mi sono incolpata di tutto. Sentivo di non essere stata capace, di averGli fatto del male, di non essere all'altezza. Io che avevo programmato tutto. Forse un pò troppo!
Mio figlio era nelle mani di qualcuno che si prendeva cura di lui ma non in quelle di chi avrebbe tanto voluto recuperare quei mesi persi! Così da 4 che ne avevo persi sono diventati 6! Una gravidanza durata 3 mesi ed un parto durato il tempo di un'operazione chirurgica. Perchè altro non è! L'universo mi ha dato un figlio ma non mi ha dato il tempo necessario perchè mi preparassi ad essere mamma. Ringrazio Dio di averlo desiderato per tanti anni perchè è solo grazie al mio istinto materno che sono riuscita, insieme al mio piccolo, ad essere mammanonostante non abbia avuto il tempo fisiologico che la natura mette a disposizione ad ogni donna per arrivare a sentirsi madre. Perchè, secondo me, 9 mesi servono a entrambi. Tant'è che spesso ho sentito donne in prossimità del parto non vedere l'ora di partorire (smentitemi se non è così!). Perchè è la natura che lo vuole! Beh, a me la natura mi ha tolto ma mi ha dato anche tanto. Ma questo l'ho già riassunto qui. Ora vogliate scusarmi se non racconto in questo post l'avventura del TIN (terapia intensiva neonatale) ma ho esaurito le mie energie emotive e mentali. Comunque se non si è capito, è nato un maschietto, pesava 1878gr per 42cm e l'abbiamo chiamato Morgan! Lo vedete qui sotto a 2 anni!
Grazie a chi è riuscito ad arrivare fino alla fine del post!!
Ho desiderato un figlio per anni, tanti anni. Ricordo che da adolescente dicevo a mia madre che appena maggiorenne avrei trovato qualcuno che mi avrebbe aiutata a realizzare il mio sogno...ho atteso 15 anni! 15 anni per vivere una non-gravidanza e allo stesso tempo il periodo più bello della mia vita.
A giugno 2007, dopo aver letto un bel libro sull'argomento, decido di praticare l'immaginazione creativa. Immagino di avere due gemelli e di accudirli amorevolmente. Per me era solo un gioco, tant'è che non era il momento di avere figli (e quando lo è oggigiorno?) e i miei rapporti erano categoricamente protetti (pensavo!). Nel frattempo mi sottopogo ad un controllo della tiroide e si decide per l'asportazione totale della stessa. Data prevista per l'intervento 11 luglio.
Un pò per gioco (riferito all'immaginazione creativa), un pò per scrupolo chiedo di fare il test di gravidanza. Ripetuto 2 volte, da esito negativo. Intervento nella norma, post operatorio con delle forti fitte alla pancia. Arriva la fine del mese e salta il ciclo. "Càpita dopo un'intervento in anestesia generale" dice il medico.... Arriva metà agosto ed arriva il ciclo....un ciclo che sembra non finire mai... "Normale dopo un'intervento" dice il medico... Inizio a non trattenere le urine la notte e il seno mi fa male "Normale, è un problema psico-somatico perchè non accetti l'intervento subito" dice il medico di base nonchè ginecologa. Arriva fine agosto ed ho ancora perdite e la lancetta della bilancia inizia a salire. "Normale dopo l'asportazione della tiroide, bisogna trovare il giusto dosaggio della pasticca" dice il medico. Passo un'estate colma di malesseri. Arriva metà settembre insieme ad un ciclo-emorragia, i medici non si spiegano e i kg aumentano. A fine settembre mi prescrivono il progesterone perchè continuo ad avere perdite. I primi di ottobre esaurisco la pazienza e chiedo un'ecografia d'urgenza perchè voglio capire che cosa sta succedendo.
12 OTTOBRE 2007 il medico toglie delicatamente la sonda utilizzata per eseguire l'ecografia interna e passando a quella esterna mi dice 'Signora lei non ha nessun problema, è solo incinta di 4 mesi!' Io gli sussurro qualcosa che assomiglia a 'Lei è pazzo, non è possibile, ho il ciclo da 3 mesi!' e lui 'Signora stia tranquilla, non era ciclo ma tutte minacce d'aborto...' Gira il monitor verso di me, alza il volume e sento il Suo cuore. Quello non era il suono del mio cuore eppure proveniva da dentro me. 'Non è possibile' dico mentre un misto di sentimenti prendevano il sopravvento. L'infermiera si commuove, il medico si complimenta ed io scoppio di gioia! Piango, rido, penso, sogno, mi sento VIVA! Faano tutto ciò che devono e ricordo di aver ringraziato, di essere uscita dalla stanza e di aver fatto su e giù nel corridoio per almeno 10 minuti con il desiderio di urlare al mondo la mia gioia! Da quel momento inizia il periodo più bello e vivo della mia vita. Sono dispiaciuta per aver 'perso' 4 mesi ma non ne faccio un dramma. Non faccio un dramma neppure del fatto che appena saputo, ho perso il lavoro. Ero su un'altro pianeta, ero STRAFELICE! Mi dicono che è una gravidanza a rischio, che devo stare tranquilla e fare i controlli. Faccio tutto, sono diligentissima. Inizio a parlare col mio cucciolo/a. Decidiamo di non conoscere il sesso. Faccio solo controlli non invasivi e preparo il piano del parto. Lo preparo in ogni minimo particolare. Ospedale
Il 29 GENNAIO, esattamente dopo 21 giorni ho l'ennesima emorragia. Oramai abituata vado con calma in ospedale. Da un primo controllo sembra tutto nella norma ma mio marito insiste affinchè io rimanga sotto controllo. Dopo un paio d'ore ennesima ecografia. Qualcosa non va, non capiscono bene cosa. Un'emorragia dietro la placenta. Per scrupolo racconto che mia sorella aveva perso il bambino alla 31^ settimana. Io ero a 31+4. Decidono di trasferirmi in un'ospedale più attrezzato. 'Perchè?' dico io 'Va tutto bene'. Mi fanno un'iniezione 'Per i polmoni del bambino/a' dicono 'Sai mai dovesse nascere..' 'Va bè' rispondo 'l'importante è che non faccia male al bambino'. (che ingenua!). Neppure la dottoressa sa bene cosa stia succedendo perchè dice a mio marito di star tranquillo e di fare con calma. Faccio il tragitto in ambulanza. Correva, quest'ambulanza correva.. 'Vai piano' pensavo 'Vai piano che il mio bambino si fa male. Tranquillo piccolo mio, tranquillo che mamma è con te.' Intanto qualcosa dentro di me muta, la paura fa capolino e le lacrime iniziano a fluire sul mio volto. Sussuravo al mio cucciolo le canzoncine che gli cantavo sempre e mi autoconvincevo che andava tutto bene. 'Solo per sicurezza' aveva detto la Dott! 'Non aver paura, c'è la tua mamma con te, va tutto bene, va tutto tremendamente bene'. Arrivati dinanzi all'ospedale controllano il battito del cucciolo 'Certo che si sente' penso 'Perchè non si dovrebbe sentire?' Arrivo in reparto ed inizia il calvario. Guardano tra le carte alla ricerca dei controlli che ho fatto. 'Gli ho fatti tutti' penso 'Io sono una brava mamma, che credete?' Non faccio in tempo a pensarlo che arriva un'infermiera con una lametta. 'No, ferma, che succede? Cosa volete fare? No, per favore. Il mio bambino, non mi togliete il mio bambino. Non voglio. Vi prego, non fatelo, vi prego. Lasciatelo ancora dentro di me, non me lo togliete. Vi prego...' La dottoressa chiama mio marito. Gli dice cosa sta per succedere e me lo passano 'Amore, vogliono farlo nascere. Amore, non voglio' 'Tranquilla' mi dice ' Sto arrivando, andrà tutto bene. Tranquilla amore mio' Mi sembra un'incubo. Mi sento catapultata da un mondo fatato all'inferno più nero. Sento dire tra i medici che non avrebbero dovuto trasferirmi perchè c'era un distacco di placenta e il battito si sentiva poco. Mi trasportano in ascensore, mi fanno firmare fogli che ovviamente neppure leggo e tra un singhiozzo e l'altro chiedo al medico 'Dottore, ma se lo fate nascere, sopravvive?' e lui risponde guardandomi dai piedi del letto 'Stiamo facendo di tutto affinchè questo avvenga'. Il colpo finale!
Arrivo in sala operatoria, tutti corrono, il medico è di fronte a me con il bisturi in mano che mette fretta all'anestesista, la luce sui miei occhi, penso che è solo un'incubo, che non sono io ad essere lì, (non so se vi è mai capitato di provare questa pessima sensazione!) un'iniezione sul braccio... Il buio totale. Lo stesso buio che è rimasto nel mio cuore. Il buio di una mamma che si ritrova ad essere felicemente mamma di un bimbo che le hanno detto essere il suo. Non un bimbo che ha messo alla luce ma che le hanno detto di aver messo alla luce. Il risveglio in camera è stato talmente doloroso nel fisico e nell'anima da non avere le parole per descriverlo se non con le lacrime che continuano a solcarmi il volto. Ho dato per scontato che fosse vivo. E per fortuna lo era. Per un pelo lo eravamo tutti e due, vivi. Io al 4° piano, lui al secondo in un'incubatrice. Addio piano del parto, addio contatto pelle a pelle, addio il primo sguardo, il primo pianto, il primo di tutto...
Mi avevano tolto il mio bambino prima ancora che mi rendessi conto di averlo dentro. Avrei voluto una gravidanza lunga nove mesi. Avrei voluto partorire come ogni donna dovrebbe fare. Sembra assurdo ma nel mio piano del parto avevo chiesto un parto più naturale possibile, con le doglie, i dolori, l'attesa, la sofferenza necessaria per metterlo alla luce. Avrei, avrei avrei...avrei voluto anche provare quella magica sensazione che ti fa dimenticare tutto al primo sguardo. Quella magia che ti porta ad avere altri figli nonostante il dolore. Ho un figlio e non so cosa siano le doglie, ho un figlio e non so cosa significhi partorire, ho un figlio che amo da morire ma mi è mancato qualcosa. Così come sono certa sia mancata a lui! Sapevo che era l'occasione della vita e che difficilmente avrei avuto altri figli. Mi sono incolpata di tutto. Sentivo di non essere stata capace, di averGli fatto del male, di non essere all'altezza. Io che avevo programmato tutto. Forse un pò troppo!
Mio figlio era nelle mani di qualcuno che si prendeva cura di lui ma non in quelle di chi avrebbe tanto voluto recuperare quei mesi persi! Così da 4 che ne avevo persi sono diventati 6! Una gravidanza durata 3 mesi ed un parto durato il tempo di un'operazione chirurgica. Perchè altro non è! L'universo mi ha dato un figlio ma non mi ha dato il tempo necessario perchè mi preparassi ad essere mamma. Ringrazio Dio di averlo desiderato per tanti anni perchè è solo grazie al mio istinto materno che sono riuscita, insieme al mio piccolo, ad essere mamma
Grazie a chi è riuscito ad arrivare fino alla fine del post!!
Questo post partecipa a blogstorming
alle sei sento il botto.
RispondiEliminanon so se a qualcuna è capitato, arriva la contrazione e... pum... sono le acque... è inconfondibile, stranissimo, la sensazione di un palloncino che scoppia. Ero sdraiata e semi incosciente, lo sento. silenzio. sto immobile. aspetto il liquido tra le gambe. non arriva. forse ho sognato.... no, lo so, era già successo con ari... non si dimentica, ma non succede niente... forse ho sognato... figlio mio non è ancora tempo, non sono pronta.
passa ancora qualche minuto, poi mi alzo piano, e senza il bastone reggi flebo a cui per tre settimane mi sono appoggiata per andare in bagno, vado a fare pipi...
è pipi... o forse è il liquido... mi sembra tanto... ma non troppo... forza figlio mio... forse non è niente, stai tranquillo ancora un po'... all'incrocio col corridoio delle infermiere.... il disastro... piango, aggiungo acqua all'acqua e non mi fermo, arrivano le infermiere che ormai mi conoscono -per fortuna mia così non mi sento sola- mi confortano, e io piango ancora. Non sono pronta.
Il dottore del mattino mi mette pure sotoo ossitocina... NO. NO. NO. Non la voglio!!!! la vivo come una violenza. non è cesareo, lo so, ma mi stanno rubando qualcosa. Anche a me.
E i dolori atroci già i miei più quelli della flebo, ed io debolissima, senza forze, stanca, affranta, costretta a fare una cosa che non voglio a fare a cui non posso più sfuggire, e che fa male, quanto male, quanto dolore.
il mio corpo non è pronto. la mia testa non è pronta. il piccolo? io non so se lui lo è... e mi sento in colpa per il mio non esserlo.
il mio corpo non è pronto, non sento di dover spingere. non mi dilato nemmeno... ad un certo punto la nuova dottoressa prova una cosa prima di decidere per il cesareo, perchè io sono stremata. mi dilata lei. e mentre scrivo piango ora per quel dolore. uno strappo nel corpo e nell'anima.
poi sento l'infermiera del turno preferito e l'ostetrica preferita che parlano, una mi stringe forte la mano - grazie grazie- l'altra mi consola e sopporta - se spingesse una volta sola....
mi concentro, devo farlo, devo spingere, raccolgo le forze,
spingo
il bambino senza nome nasce
l'ostetrica non è pronta per accoglierlo, non c'è ancora il tavolo, lei non ha i guanti....
il suo braccialetto contiene solo il cognome.
L' ho tenuto, per un minuto me lo hanno dato... poi via.
Cristian
sta bene.
io sto bene. non si direbbe a vedermi, faccio impressione, ma... sto bene.
due ore dopo mentre uno stato misto di relax psicologico e fermento nuovo mi invade... potrebbe esserci qualcosa che non va...
non era niente... per fortuna, ma l'ho saputo solo mesi dopo...
scusa, scusa se magari ti avevo già scritto, o se mi impossesso della tua pagina. La gravidanza, il parto, la maternità... troppo poco si parla davvero di cosa accade dentro di noi, tra corpo e mente... e cosa ogni variante al nostro immaginario comporta.
Un abbraccio a te, e al tuo meraviglioso bambino!
E Buona Pasqua!
E come si fa a non arrivare alla fine! :'(
RispondiEliminati ho già accennato alla mia esperienza, forse non tutta... ma le tue parole sono la realtà pura.
Non è per tutte così, ho amiche che hanno scelto di saltare quell'attimo, di proposito e da subito. Ma, ... faccio parte di chi non capisce.
Ho due figli... due parti anticipati, in nessuno dei due casi ero pronta... la natura ti prepara, niente di più vero. E ricordo le lacrime atroci e l'assenza di desiderio di farlo uscire, sapevo già cos'erano le spinte e la sensazione automatica di doverlo fare, con lui niente, e non riuscivo nemmeno a forzare la mia volontà... ero già ricoverata da ventuno giorni, Ari era a casa con papà..., e la mia piccola pancia di 34 settimane sembrava ancora una pancia di 20... le contrazioni non mi abbandonavano dal momento del ricovero, nemmeno sotto flebo a massima dose, non camminavo più, avevo tachicardia, affanno, acidità, fame non fame, e ansia. quando mi hanno staccato la flebo secondo prassi, li ho odiati, ed ho sperato di arrivare ancora un po' più in là, al turno di infermeniere preferito che smontava la sera ho detto che avrei cercato di aspettarle al mattino...
Grazie Sasha, grazie per il tuo fiume di parole. Grazie per aver condiviso questo momento di cui dici giustamente 'troppo poco si parla'. Il bambino senza nome... Me l'hanno fatto scegliere...'Lo deve scegliere' dicevano! Grazie Sasha, grazie mille e auguri anche a voi! Ora vado a soffiare il naso....
RispondiElimina>------O--------< prova ad immaginare che sia un abbraccio... :) Buona Pasqua!!!!
RispondiEliminaEd allora >---------O---------< anche a te!!! :D Happy Easter!
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